La gestione allarmi negli impianti in 9 passi

27 ago 2020 / di GM International

Categorie: Safety news

La gestione degli allarmi (Alarm Management) è uno dei temi più caldi nell’automazione di impianto e nella manutenzione industriale. Ciò si può attribuire ad alcuni fattori chiave quali la riduzione dei rischi, la sicurezza del personale e dell’ambiente, la necessità di ottimizzare i sistemi di allarme presenti in impianto. In passato era improbabile che un operatore dovesse occuparsi di più di un centinaio allarmi. E si trattava solitamente di allarmi configurati usando apposite soluzioni hardware, ad esempio segnalatori luminosi relativamente costosi e decisamente poco flessibili. Con l’avvento dell’automazione moderna le funzionalità dei sistemi di allarme sono realizzate tramite interfacce caratterizzate da flessibilità, dimensioni ridotte, minori costi e utilizzo di componenti software standard e aperti. 

Oggi, peraltro, il proliferare di allarmi e segnalazioni, dovuto alla crescita dei dati disponibili e della connettività, ha un effetto negativo dal punto di vista dello stress lavorativo. Questo stato di cose ha fatto sì che aziende, consorzi e associazioni abbiano affrontato il problema focalizzandosi sull’analisi e sull’ottimizzazione dei sistemi di allarme. L’approdo più interessante è rappresentato dagli standard AIS/ISA 18.2 ed Eemua-191. 

Tali standard definiscono cosa si intende per allarme, enfatizzando il concetto di risposta alle anomalie e il modello di feedback. Sviluppano inoltre il concetto di “Alarm Management Lifecycle”identificando metodologie per la classificazione e la razionalizzazione dei messaggi di allarme, per l’analisi dei rischi e per i princìpi da adottare nell’ingegneria dei sistemi di controllo. 

Da notare che anche gli standard internazionali per la gestione dei sistemi di allarme per le industrie di processo, ISA 18.2 e IEC 62682, sono allineati con Eemua-191. Non ultima va considerata la serie di norme EN 50131 che specificano gli indici di prestazione per i sistemi di allarme anti-intrusione (I&HAS)definendo il grado di sicurezza del sistema in sé e dei suoi componenti. 

 

I 9 Step dell’Alarm Management  

La gestione degli allarmi è solitamente necessaria in un ambiente di produzione controllato da una serie di operatori che utilizzano un sistema di controllo, manutenzione e supervisione con centinaia o migliaia di singoli allarmi. Allo stesso tempo bisogna fare in modo che gli allarmi siano presentati ad una velocità assimilabile dagli operatori stessi. Gli allarmi devono anche essere in grado di orientare l’intervento dell’operatore sulla base di un metodo di priorità. Per garantire una produzione continua, sicura e di qualità h24, in grado di far fronte ad allarmi, segnalazioni e anomalie di ogni genere, deve esistere un’organizzazione in grado di portare avanti una precisa strategia che possiamo riassumere nei seguenti 9 passi. 

 

Passo 1: Adozione delle linee guida 

È importante realizzare un documento completo di progettazione che includa delle linee guida e che definisca uno standard di impianto con le metodologie di gestione degli allarmi basate sulle best practice. 

  

Passo 2: Valutazione comparativa  

Bisogna analizzare il sistema di allarme per determinare i suoi punti di forza e le sue carenze, oltre a definire una soluzione pratica per migliorarne le prestazioni. 

 

Passo 3: Documentazione e classificazione degli allarmi   

Una revisione documentale e tassonomica dell’intero database degli allarmi è utile per garantire che ogni allarme sia conforme alla filosofia e ai princìpi di una buona gestione degli allarmi. 

 

Passo 4: Definizione di un set di metriche 

Va definito il cosiddetto “Alarm System Performance” tramite metriche accessibili con fogli di calcolo o database strutturatiEsempi di tali metriche sono il “numero allarmi per operatore”, la frequenza di allarme, la quantità di ore in cui si sono presentati più di N allarmi per ora.  

 

Passo 5: Progettazione del sistema di controllo 

È importante progettare sistemi di controllo in grado di configurare numerosi di allarmi senza che il sistema ne venga a soffrire in prestazioni, economicità e flessibilità oltre a poter inserire e configurare allarmi in modo rapido e semplice. 

 

Passo 6: Key Performance Indicator 

Il sistema di allarme deve operare in accordo con i Key Performance Indicator e con i concetti di ergonomia e di Human Factors Engineering. Occorrono strumenti software con caratteristiche e funzioni che assicurino che le performance dell’intero sistema siano in accordo con i risultati desiderati. 

 

Passo 7: Progettazione di sicurezza 

Laddove possibile il sistema di allarme va progettato in accordo con le norme IEC 61508 e i requisiti di affidabilità richiesti. Il sistema di allarme deve essere indipendente dal sistema di controllo e da altri sistemi di allarme secondari.  

 

Passo 8: Definizione delle priorità 

Vanno assegnate priorità per garantire che gli allarmi più critici ricevano l’attenzione dell’operatore con massima urgenza. Gli allarmi devono essere presentati in modo palese secondo priorità, distinti dagli altri allarmi e restare in vista finché risultano attivi.  

 

Passo 9. Informazioni per gli operatori 

La configurazione degli allarmi deve consentire agli operatori di fare le corrette valutazioni e di intervenire in un tempo appropriato. Ogni allarme deve fornire all’operatore uninformazione sufficiente sulle condizioni dell’allarme, le parti di impianto coinvolte, l’azione richiesta, la priorità, la temporizzazione di insorgenza e lo stato dell’allarme identificato. 

 

 

 

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